Mansúr e Rashíd
Data: 06/12/2019
Mansúr ed il suo amico Rashíd, erano Bahá’í di dodici anni. Avevano sentito dellasovrastruttura che doveva essere costruita per lo Shrine del
Báb e sapevano che gli adultistavano cercando di raccogliere più soldi che potevano per spedirli in Terra Santa. I duegiovanissimi furono molto
eccitati da questo progetto e decisero che avrebbero contribuitoanche loro per lo Shrine. Ma era difficile avere i soldi e loro usarono metodi
ingegnosi permettere da parte qualche moneta. Ognuno dei ragazzi fece in modo di donare una sommaregolare, anche se piccola, al Fondo, ma
nessuno dei due sapeva come l’altro ottenesse ildenaro. Anni dopo, quando i due si incontrarono da adulti e non avevano paura diparlarne, si
dissero l’un l’altro da dove venivano quelle preziose monete. Mansúr raccontòche, poiché non avevano la comodità di un bagno caldo in casa, suo
padre gli dava deisoldi perché andasse al bagno pubblico una volta a settimana. Mansúr fece in modo difare un bagno a casa una settimana e di
andare al bagno pubblico la settimanasuccessiva. Il denaro che aveva risparmiato in tal modo andò per lo Shrine del Báb.
Rashíd aveva risparmiato sull’uva passa. A quei tempi alcuni tipi di alimenti erano difficilida trovare in Iran. Tra questi lo zucchero, perciò molte persone prendevano l’uva passacon il tè. Ogni volta a Rashíd veniva data una manciata di uva passa da mettere nel suobicchiere di tè, lui ne mangiava pochissima e metteva il resto in una scatola. Quando lascatola era piena la portava dal padre che gli comprava l’uva passa. E conoscendo laragione per cui Rashíd vendeva la sua uva, suo padre era sempre generoso sul prezzoche pagava.
Rashíd aveva risparmiato sull’uva passa. A quei tempi alcuni tipi di alimenti erano difficilida trovare in Iran. Tra questi lo zucchero, perciò molte persone prendevano l’uva passacon il tè. Ogni volta a Rashíd veniva data una manciata di uva passa da mettere nel suobicchiere di tè, lui ne mangiava pochissima e metteva il resto in una scatola. Quando lascatola era piena la portava dal padre che gli comprava l’uva passa. E conoscendo laragione per cui Rashíd vendeva la sua uva, suo padre era sempre generoso sul prezzoche pagava.