Tempio dell'India

Data: 06/12/2019
Una delle prime contribuzioni ricevute per la costruzione del Tempio in India giunse da una classe etica per bambini delle Samoa dove veniva costruito nello stesso periodo un altro Tempio.
Quando le notizie del Tempio in India raggiunsero i Baha’i degli altri paesi tramite dei bollettini, iniziarono ad arrivare i soldi da ogni parte del mondo. Prima a goccia a goccia, poi arrivò un costante flusso di donazioni con molti amorevoli messaggi. Bahá’í da ogni luogo, dalle città più grandi ai più remoti villaggi negli angoli più lontani e sperduti del globo, erano ansiosi di partecipare generosamente alla costruzione di un altro Tempio. L’unità che dimostrarono era meravigliosa a vedersi e diedero la prova di essere veramente membri di un\'unica famiglia.
I Bahá’í in Iran, che a quei tempi subivano pesanti persecuzioni, non avevano la possibilità di inviare lo loro offerte, ma molti loro amici in altri paesi donarono generosamente a loro nome.
La memoria di coloro che avevano recentemente dato la loro vita per la Fede in Iran erano una grande fonte di ispirazione e spesso si ricevettero donazioni in loro nome.Anche in India le contribuzioni giunsero da tutta la nazione. Al tempo della costruzione del tempio c’erano circa 30.000 località in India in cui vivevano dei Bahá’í, e alcune di questa erano villaggi molto al di sotto della linea della povertà. In dodici di questi villaggi, nel Bengala occidentale, le Assemblee Spirituali Locali si sono poste ed hanno raggiunto la metà di raccogliere ciascuna una rupia per il Tempio. Queste dodici rupie furono tra le contribuzioni più toccanti. Ce ne furono altre. Una sposina di Sholapur diede i suoi gioielli d’argento, una bambina di sei anni di Gujarat donò i suoi risparmi giornalieri di dieci pezzi; ed un abitante di un villaggio della zona di Nasik offrì tutto quello che aveva –una moneta da due pezzi. Qualcuno che non aveva soldi diede granaglie come riso e grano, o manufatti ed altri beni. Un Bahá’í della zona tribale di Dang diede una cesta tessuta a mano, un altro offrì un “Più Grande Nome” intagliato. Una donna face a piedi tutta la strada dal suo villaggio fino alla città più vicina, Poona, portando sulla testa cinque chili di grano che voleva offrire per il tempio. I Bahá’í di Poona vendettero il grano tra di loro e raccolsero la somma di 1.400 rupie. Un’altre donna di un villaggio aveva due noci di cocco da offrire. I Bahá’í di Poona vendettero anche quelle. La somma, per un costo reale di, forse, 4 rupie, raggiunse 200 rupie per il Fondo del Tempio. Poi c’era il ragazzo di Chandigarh che aveva perso tutti i membri della sua famiglia in un incidente automobilistico. Diede la cosa più preziosa che possedeva – il suo album di foto.
Un alunno indiano in visita al Tempio disse “il Taj Mahal è stato costruito con il potere di un re ma voi avete costruito questo maestoso edificio con il potere dell’amore.”