il Centro Baha'i di Stuttgart
Data: 12/01/2020
La seconda Guerra Mondiale è appena terminata. I dispersi Bahá’í tedeschi si stavano nuovamente riunendo nella Germania occidentale e cercando di organizzare i loro affari. Erano vissuti sotto una grande pressione durante il regime nazista; la Fede era stata messa all’indice, ai Bahá’í non era consentito riunirsi o parlare del loro credo e la letteratura Bahá’í era stata confiscata. Ora che era stata ristabilita la libertà i Bahá’í si resero conto che la cosa di cui avevano più bisogno erano i libri e gli opuscoli Bahá’í. Sfortunatamente nel paese, in quel periodo, non si riusciva a trovare carta per la stampa né inchiostro.
La gente non aveva nemmeno abbastanza cibo e i Bahá’í erano nella stessa situazione degli altri. La moneta tedesca di prima della guerra aveva perso valore da un giorno all’altro e anche chi aveva soldi non poteva comprarci nulla.
I credenti americani iniziarono a inviare pacchi alimentari ai loro fratelli e sorelle Bahá’í in Germania, spesso facendo straordinari al lavoro per essere in grado di inviare questi doni. I Bahá’í tedeschi, tuttavia, decisero di sacrificare i preziosi generi alimentari che gli venivano inviati per ricevere invece carta da stampare e inchiostro. Fu così che furono in grado di iniziare a dare alle stampe la letteratura Bahá’í in quel difficile periodo.
Un altro progetto intrapreso dai Bahá’í tedeschi subito dopo la guerra fu la costruzione di un Centro Nazionale Bahá’í. Il Custode gli aveva chiesto di farlo e loro non lo avrebbero deluso, non importa quanto grande fosse il sacrificio che dovevano fare.
I Bahá’í di Stuttgart raccolsero contribuzioni per il Centro in un modo speciale. Fecero piccole borse di panno nero ed ogni membro della comunità ne portava sempre una in tasca. Ogni centesimo che poteva essere risparmiato andava in questa borsa. I Bahá’í economizzarono in ogni modo possibile per serbare qualcosa per il Fondo. Andavano a piedi, piuttosto di prendere l’autobus, raccoglievano denaro restituendo francobolli non timbrati che a volte ricevevano con i generi alimentari e dal deposito che gli veniva pagato per la restituzione delle bottiglie vuote. Centesimo dopo centesimo riempivano le loro borse e le svuotavano ad ogni Festa del Diciannovesimo Giorno.
Tra le molte migliaia di persone che hanno visitato il Centro Bahá’í di Francoforte, probabilmente ce ne sono molto poche che si rendono conto con quale tremendo sacrificio sia stato costruito.
La gente non aveva nemmeno abbastanza cibo e i Bahá’í erano nella stessa situazione degli altri. La moneta tedesca di prima della guerra aveva perso valore da un giorno all’altro e anche chi aveva soldi non poteva comprarci nulla.
I credenti americani iniziarono a inviare pacchi alimentari ai loro fratelli e sorelle Bahá’í in Germania, spesso facendo straordinari al lavoro per essere in grado di inviare questi doni. I Bahá’í tedeschi, tuttavia, decisero di sacrificare i preziosi generi alimentari che gli venivano inviati per ricevere invece carta da stampare e inchiostro. Fu così che furono in grado di iniziare a dare alle stampe la letteratura Bahá’í in quel difficile periodo.
Un altro progetto intrapreso dai Bahá’í tedeschi subito dopo la guerra fu la costruzione di un Centro Nazionale Bahá’í. Il Custode gli aveva chiesto di farlo e loro non lo avrebbero deluso, non importa quanto grande fosse il sacrificio che dovevano fare.
I Bahá’í di Stuttgart raccolsero contribuzioni per il Centro in un modo speciale. Fecero piccole borse di panno nero ed ogni membro della comunità ne portava sempre una in tasca. Ogni centesimo che poteva essere risparmiato andava in questa borsa. I Bahá’í economizzarono in ogni modo possibile per serbare qualcosa per il Fondo. Andavano a piedi, piuttosto di prendere l’autobus, raccoglievano denaro restituendo francobolli non timbrati che a volte ricevevano con i generi alimentari e dal deposito che gli veniva pagato per la restituzione delle bottiglie vuote. Centesimo dopo centesimo riempivano le loro borse e le svuotavano ad ogni Festa del Diciannovesimo Giorno.
Tra le molte migliaia di persone che hanno visitato il Centro Bahá’í di Francoforte, probabilmente ce ne sono molto poche che si rendono conto con quale tremendo sacrificio sia stato costruito.