Attività di proclamazione collettiva
Data: 03/03/2020
Molti anni fa’ è avvenuto qualcosa di meraviglioso in una comunità Bahá’í dell’Africa che era costituita da persone molto povere. Questi Bahá’í anelavano di proclamare la Fede nella loro città ma non avevano soldi. Allora, ad una delle loro Feste del Diciannovesimo Giorno, qualcuno spiegò la natura spirituale della donazione e come la partecipazione di tutti gli amici alla donazione ai Fondi potesse produrre risultati magnifici. Fu ricordato che il Custode ci aveva ripetutamente detto che se ci leviamo a servire tutti insieme, le Coorti Supreme verranno in nostro aiuto e saremo attoniti per le benedizioni e le conferme che riceveremo. Fu detto anche che così grande è il potere spirituale generato dai Bahá’í quando ognuno di loro partecipa alla donazione ai Fondi, che è meglio raccogliere cento dollari da tutti i membri piuttosto che mille solo da due o tre persone.
I Bahá’í di quella città non avevano mai partecipato tutti insieme alla contribuzione ai Fondi ma dopo aver sentito delle ricompense spirituali derivanti dal donare insieme, decisero di provare. Quella sera, ogni singolo membro della comunità, anche i bambini, misero qualcosa nella scatola del Fondo. Il tesoriere, un uomo di mondo, non era rimasto molto impressionato dal fatto che cento dollari avrebbero potuto avere risultati maggiori che non mille dollari e ora, avendo contato i soldi raccolti nella scatola, disse con un tocco di cinismo “Tutti i membri della nostra comunità hanno contribuito per la proclamazione ed abbiamo ammassato la strabiliante cifra di tre dollari e dieci centesimi!” poi aggiunse “e non penso che faremo nessun tipo di proclamazione con tre dollari e dieci centesimi” Un ragazzo di dodici o tredici anni si alzò e gli disse “Tu sei solo il tesoriere, loro sono le Coorti Supreme e se loro dicono che faremo della proclamazione con tre dollari e dieci centesimi, lo faremo!”.
La comunità si consultò su cosa potevano fare con tre dollari e dieci centesimi e decisero di comprare un libro per la loro biblioteca. Il segretario, che non aveva letto quel libro, lo portò con sé per leggerlo sull’autobus tornando a casa. Ad una fermata dell’autobus arrivò un uomo sgocciolante per la pioggia e si guardò intorno alla ricerca di un posto a sedere. Ne era rimasto solo uno, a fianco alla segretaria. Quando si sedette la segretaria si mosse a disagio nella sua sedia, preoccupata che qualche goccia d’acqua potesse bagnare il suo libro. Poi si immerse di nuovo nella lettura. L’uomo seduto accanto a lei guardava il libro con la coda dell’occhio. Alla fine le chiese “che sta leggendo?” Alla segretaria non piaceva essere interrotta. “sto leggendo un libro” disse. L’uomo non si scoraggiò e disse “sembra interessante. Posso chiederle che genere di libro è?” “Se lo vuole sapere, sto leggendo un libro Bahá’í” rispose spazientita. “Deve aver sentito parlare della Fede Baha’i, certamente” “No, non ne ho sentito parlare” le disse “Ma mi piacerebbe saperne qualcosa”. All’improvviso la segretaria si rese conto di quanto era stata rude e immediatamente cambiò atteggiamento. Gli parlò della Fede Bahá’í, della loro piccola comunità e di come desiderassero parlare alla gente della loro città del magnifico Messaggio di Bahá’u’lláh, ma che non ne avevano i mezzi. Lui ascoltò tutto questo con interesse poi le disse che era l’editore di un giornale. Sua moglie, che generalmente veniva a prenderlo in macchina per portarlo a casa quando aveva finito il suo lavoro, quella sera aveva telefonato dicendo che uno dei bambini stava male e non poteva andare a prenderlo, perciò per la prima volta da sei o sette anni stava prendendo l’autobus per andare a casa. Ed è così che si era trovato a sedersi accanto a lei.
Le chiese se poteva prestargli il libro per portarselo a casa e leggerlo. Lei disse che poteva e più tardi, quando lui aveva restituito il libro lo presentò alla comunità Bahá’í. Era rimasto molto impressionato da quello che aveva letto e toccato dalla sincerità dei Bahá’í, perciò decise di aiutarli. Ecco cosa fece: mandò un giornalista e un fotografo ad incontrare l’Assemblea Spirituale Locale, ne risultò un articolo sulla Fede intitolato La nuova religione in città, che uscì sul giornale. Dopo di ciò egli scrisse una serie di tredici articoli sulla Causa, l’ultimo dei quali era Bahá’u’lláh – il Signore del Vigneto e il Pastore dell’Umanità. Diede ai Bahá’í l’auditorium del giornale – una grande sala al secondo piano – in cui tenere un incontro di proclamazione. Mandò un giornalista e un fotografo a seguire tutto il programma, che ebbe un grande successo. Fece anche in modo che i Bahá’í avessero due programmi radio e due spettacoli televisivi.
Se la comunità Bahá’í di quella città avesse dovuto pagare per tutta la proclamazione fatta grazie all’uomo sull’autobus, avrebbero dovuto pagare quindicimila dollari. Hanno avuto questa benedizione perché avevano contribuito tutti insieme per i tre dollari e dieci centesimi raccolti per il Fondo.
I Bahá’í di quella città non avevano mai partecipato tutti insieme alla contribuzione ai Fondi ma dopo aver sentito delle ricompense spirituali derivanti dal donare insieme, decisero di provare. Quella sera, ogni singolo membro della comunità, anche i bambini, misero qualcosa nella scatola del Fondo. Il tesoriere, un uomo di mondo, non era rimasto molto impressionato dal fatto che cento dollari avrebbero potuto avere risultati maggiori che non mille dollari e ora, avendo contato i soldi raccolti nella scatola, disse con un tocco di cinismo “Tutti i membri della nostra comunità hanno contribuito per la proclamazione ed abbiamo ammassato la strabiliante cifra di tre dollari e dieci centesimi!” poi aggiunse “e non penso che faremo nessun tipo di proclamazione con tre dollari e dieci centesimi” Un ragazzo di dodici o tredici anni si alzò e gli disse “Tu sei solo il tesoriere, loro sono le Coorti Supreme e se loro dicono che faremo della proclamazione con tre dollari e dieci centesimi, lo faremo!”.
La comunità si consultò su cosa potevano fare con tre dollari e dieci centesimi e decisero di comprare un libro per la loro biblioteca. Il segretario, che non aveva letto quel libro, lo portò con sé per leggerlo sull’autobus tornando a casa. Ad una fermata dell’autobus arrivò un uomo sgocciolante per la pioggia e si guardò intorno alla ricerca di un posto a sedere. Ne era rimasto solo uno, a fianco alla segretaria. Quando si sedette la segretaria si mosse a disagio nella sua sedia, preoccupata che qualche goccia d’acqua potesse bagnare il suo libro. Poi si immerse di nuovo nella lettura. L’uomo seduto accanto a lei guardava il libro con la coda dell’occhio. Alla fine le chiese “che sta leggendo?” Alla segretaria non piaceva essere interrotta. “sto leggendo un libro” disse. L’uomo non si scoraggiò e disse “sembra interessante. Posso chiederle che genere di libro è?” “Se lo vuole sapere, sto leggendo un libro Bahá’í” rispose spazientita. “Deve aver sentito parlare della Fede Baha’i, certamente” “No, non ne ho sentito parlare” le disse “Ma mi piacerebbe saperne qualcosa”. All’improvviso la segretaria si rese conto di quanto era stata rude e immediatamente cambiò atteggiamento. Gli parlò della Fede Bahá’í, della loro piccola comunità e di come desiderassero parlare alla gente della loro città del magnifico Messaggio di Bahá’u’lláh, ma che non ne avevano i mezzi. Lui ascoltò tutto questo con interesse poi le disse che era l’editore di un giornale. Sua moglie, che generalmente veniva a prenderlo in macchina per portarlo a casa quando aveva finito il suo lavoro, quella sera aveva telefonato dicendo che uno dei bambini stava male e non poteva andare a prenderlo, perciò per la prima volta da sei o sette anni stava prendendo l’autobus per andare a casa. Ed è così che si era trovato a sedersi accanto a lei.
Le chiese se poteva prestargli il libro per portarselo a casa e leggerlo. Lei disse che poteva e più tardi, quando lui aveva restituito il libro lo presentò alla comunità Bahá’í. Era rimasto molto impressionato da quello che aveva letto e toccato dalla sincerità dei Bahá’í, perciò decise di aiutarli. Ecco cosa fece: mandò un giornalista e un fotografo ad incontrare l’Assemblea Spirituale Locale, ne risultò un articolo sulla Fede intitolato La nuova religione in città, che uscì sul giornale. Dopo di ciò egli scrisse una serie di tredici articoli sulla Causa, l’ultimo dei quali era Bahá’u’lláh – il Signore del Vigneto e il Pastore dell’Umanità. Diede ai Bahá’í l’auditorium del giornale – una grande sala al secondo piano – in cui tenere un incontro di proclamazione. Mandò un giornalista e un fotografo a seguire tutto il programma, che ebbe un grande successo. Fece anche in modo che i Bahá’í avessero due programmi radio e due spettacoli televisivi.
Se la comunità Bahá’í di quella città avesse dovuto pagare per tutta la proclamazione fatta grazie all’uomo sull’autobus, avrebbero dovuto pagare quindicimila dollari. Hanno avuto questa benedizione perché avevano contribuito tutti insieme per i tre dollari e dieci centesimi raccolti per il Fondo.