Alcuni risvolti della personalità di Shoghi Effendi

Data: 07/11/2020

“… Shoghi Effendi … era molto tenace nel perseguire i suoi scopi, molto determinato, ma mai irragionevole. Sebbene non cambiasse mai i propri obiettivi, qualche volta modificava il corso che aveva programmato di seguire per raggiungerli…
… Se una forza esterna, sulla quale non aveva controllo, frustrava un suo piano - anziché modificarlo o espanderlo in base alla circostanze - la compensava immediatamente, cosicché la Causa, qualora le venisse inflitta una temporanea sconfitta o un’umiliazione, ne usciva alla fine con un’accresciuta vittoria, una dotazione più ricca…
Shoghi Effendi potrà essere stato deviato dal suo corso, ma non fu mai sconfitto nel suo obiettivo e la sua ingegnosità era straordinaria. Un ottimo esempio è dato dal modo in cui organizzò la costruzione di due dei tre nuovi grandi Templi continentali Bahá’í del Piano decennale. Si procurò dall’architetto che aveva a disposizione i progetti che riteneva adatti per le Case di culto di Sidney e Kampala. Erano dignitosi, avevano proporzioni piacevoli, uno stile sobrio e costi relativamente modesti. Poiché l’architetto non era in grado di eseguire i progetti dettagliati o di sovrintendere all’effettiva costruzione, Shoghi Effendi, senza dare eccessiva importanza a quello che per una persona pignola e mentalità ristretta poteva rappresentare un ostacolo insuperabile, ordinò alle due Assemblee Nazionali coinvolte di affidare a studi d’architettura locali l’incarico di eseguire i dettagli e di portare a termine le costruzioni. Egli stesso modificò i costosi suggerimenti inizialmente presentati da questi studi e fece costruire entrambi i Templi pagando un prezzo che considerava ragionevole per la Causa. Molto spesso la sua sagacia e il suo buonsenso fecero risparmiare soldi della Fede che poterono essere destinati ad altri importantissimi scopi, senza creare temporanee insolvenze dovute all’imprudente perseguimento di un singolo progetto.”

“… Per Shoghi Effendi che aveva idee molto austere in tema di denaro l’economia era un principio inderogabile. Più di una volta si rifiutò di consentire ad una persona, che sapeva essere indebitata, di fare il pellegrinaggio, affermando che prima doveva pagare i debiti. Non ho mai visto il Custode saldare un conto che non avesse prima controllato attentamente, che fosse per pranzo o un veramente di migliaia di dollari! Se c’era un addebito ingiustificato lo faceva notare - altrettanto nel caso di un conto inferiore al dovuto. Molte volte mi recai da persone che rimasero stupite quando le informai che la somma degli importi era sbagliata e che dovevano rifarla altrimenti ci avrebbero rimesso. Era anche determinato nelle contrattazioni, non pagava mai una cosa se il prezzo gli pareva eccessivo. In più di una occasione, quando un bellissimo ornamento per i Mausolei, gli Archivi o i giardini era troppo costoso e il venditore non poteva o non voleva accettare il prezzo offerto dal Custode, non lo comprava pur desiderandolo e avendo a disposizione il denaro necessario. Lo considerava semplicemente sbagliato e non lo faceva. Sebbene per molti anni abbia avuto un’automobile privata con autista (come ’Abdu-l’Bahá prima di lui), poiché durante i peggiori anni della guerra i pezzi di ricambio non erano reperibili, la fece vendere e usò i taxi. Dato che possedendo denaro a sufficienza di solito si solito si può comprare qualsiasi cosa, non ho dubbi che egli avrebbe potuto procurarsi un’altra automobile, ma l’idea di farlo non gli sfiorò mai la mente. Era contrario allo sfarzo, all’ostentazione e al lusso e pertanto privò se stesso e gli altri di molte cose, perché pensava che non fossero giustificate o appropriate.”

dal libro “La perla preziosa” - di Ruhiyyih Rabbani pag.167-168-169